Tasman Sea e la marea

Ho toccato per la prima volta il Tasman Sea.
Sarà che ho sempre provato un'attrazione fortissima per l'acqua, sarà che mi sento in pace quando nuoto e, anche se la temperatura dell'acqua fosse paragonabile a quella del mar Mediterraneo agli ultimi giorni di Novembre, io ero tra le onde. Il freddo non lo sentivo... e non perché mi si erano paralizzati gli arti. Semplicemente rispondevo a un richiamo. Come se dovessi placare un solletico irrefrenabile.
Forse l'unico pensiero che è balenato nella mia mente è stato "adesso mi tocca una medusa e mi paralizzo all'istante, spero che qualcuno mi stia tenendo d'occhio". Guardiamo il lato positivo: sarei comunque morta felice. Gli australiani entrano in acqua senza problemi, se qualche animale mi sceglie vuol semplicemente dire che era giunto il mio momento. Pochi melodrammi.

Tra complimenti e insulti se mi dovessero chiedere qual è un aggettivo che la gente usa spesso per descriverti è "crazy", ed è quello che è stato usato da chi mi guardava dalla spiaggia non capendo come facessi a nuotare tranquillamente. Premetto che c'era un sole accecante e chi è abituato al kitesurf sul Lago di Garda avrebbe definito la temperatura tiepida. 
A volte fa piacere essere semplicemente fuori dagli schemi o imprevedibile, ma a volte ti senti semplicemente diverso e l'unica cosa che ti tormenta è se questa tua diversità saprai indirizzarla verso un lavoro che ti appaghi e possa essere apprezzato e richiesto dagli altri.

Mi rendo conto che quello che mi stimola di più non sono i complimenti: sono i commenti come "non penso tu ce la possa fare" che mi mandano avanti. E forse è proprio questa una caratteristica che definisce il mio "essere contro corrente".
Posso solo dire di essere nel posto giusto: l'Australia è la mia prova del 9.





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